Con la pubblicazione della legge del 9 agosto 2023, n. 111 (“legge delega”), nella Gazzetta ufficiale del 14 agosto 2023, n. 189, la riforma fiscale entra nel vivo. Il Governo dovrà entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge delega (ossia dal 29 agosto 2023) (prorogabili a determinate condizioni di 90 giorni) emanare uno o più decreti legislativi recanti la revisione del sistema tributario e in altri eventuali 24 mesi i decreti legislativi integrativi e correttivi. Inoltre, entro 12 mesi dal 29 agosto 2023, l’Esecutivo dovrà provvedere alla redazione di nuovi testi unici che riorganizzeranno le disposizioni che regolano il sistema fiscale per settori omogenei, mentre entro 12 mesi dall’adozione dell’ultimo dei decreti delegati dovrà essere emanato il Codice del diritto tributario, con l’obiettivo di semplificare il sistema, migliorare la chiarezza e la conoscibilità delle norme, la certezza dei rapporti giuridici, l’efficienza dell’operato dell’Amministrazione finanziaria. È scattato, quindi, dal 29 agosto 2023 il conto alla rovescia per dare vita a quello che si preannuncia essere il più rilevante tentativo di revisione complessiva del sistema tributario nazionale dopo la riforma Visentini degli anni 70, che si pone quale obiettivo principe quello di realizzare un processo di razionalizzazione e sempre maggiore affidamento nel rapporto tra Fisco e contribuente, introducendo tra l’altro, delle interessanti novità, come la certificazione del rischio fiscale, lo snellimento del processo della riscossione e l’ampliamento del perimetro applicativo dell’istituto dell’adempimento collaborativo. Che sarà una totale riscrittura e ridefinizione integrale del sistema tributario questo ad oggi non è dato saperlo; quello che però sin dalla circolazione delle prime bozze della legge delega è stato certo che è le direttive attraverso le quali la stessa si snoda lasciano presagire l’ambizioso tentativo – che il Governo ha intenzione di attuare - di rimettere in ordine un sistema fiscale che nel corso degli anni è diventato sempre più complicato e complesso, nonché in molti casi di difficile interpretazione e applicazione. I 23 articoli della complessa legge delega contengono infatti non solo i principi e i criteri direttivi che costituiscono la cornice entro la quale si dovrà operare, ma anche un pregevole sforzo identificativo delle aree di intervento, identificando sin da subito quelle sulle quali occorre agire con specifico riferimento ai singoli tributi. E così, mentre con il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 4 agosto 2023 è stato istituito il Comitato tecnico per l’attuazione della riforma tributaria, c’è chi si interroga se la riforma del sistema tributario comporterà il pagamento di meno tasse. La risposta, ahimè è negativa: l’articolo 22 della legge delega, infatti, prevede espressamente il principio dell’invarianza di gettito. Ci potrà essere una razionalizzazione del prelievo, ma alla fine le risorse necessarie per il funzionamento della macchina pubblica resteranno invariate. Quello che, invece, è certo che tra gli obiettivi della riforma è prevista una vera semplificazione della materia fiscale, con precedenza alle norme a costo zero. Il viceministro On. Maurizio Leo ha le idee chiare: i primi decreti a vedere la luce saranno, dunque, quelli legati al procedimento, restyling della riscossione, riforma del contenzioso tributario e delle sanzioni, accordi tra Fisco e imprese, certificazione del rischio fiscale. Del resto, l’organizzazione sistematica della legge delega per macro-aeree aiuta in un certo senso il lavoro attuativo. È quindi molto probabile che una volta ultimato il lavoro legislativo, avremo a disposizione un sistema più moderno e meno farraginoso. Emblematico in tal senso lo sforzo che si farà per la redazione dei testi unici tributari e alla fine del processo di revisione, che richiederà anni, anche di un unico codice tributario. A adesso non resta che attendere e sperare che finalmente sia la volta buona!